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Furin
 

Il suono melodioso del vento, il carillon tradizionale giapponese, noto come "Furin", solleva gli spiriti e lenisce l'anima.

I furin vengono attaccati alle grondaie o fuori dalle finestre delle case principalmente d’estate, e giocando con il vento riescono a dare quasi forma a quest’ultimo. 

Originario della tradizione cinese, il Furin viene usato in Giappone da secoli tantè che si pensava che il suo suono tenesse lontano le cose negative dalla casa, ed era così importante che il monaco buddista Hōnen di Kamakura lo definì “Tesoro Nazionale”.

Mala



Con il termine sanscrito mālā 

 si indica un rosario, ovvero una corona composta da grani; 
i grani che la compongono sono 108, numero molto simbolico all'interno delle tradizioni Buddhista ed Hinduista.

Il numero 108 è infatti considerato “numero sacro”, in molte regioni indiane, legato alle pratiche dello yoga e del Dharma.

Secondo la tradizione Hinduista, le divinità hanno 108 nomi, ed è considerata una pratica sacra quella di recitare durante i riti religiosi questi nomi, contandoli sui grani della Mala.

Il Buddhismo tibetano crede esistano 108 peccati, e 108 bugie che gli uomini possono dire.

In Giappone, nei festeggiamenti di fine anno, si suona una campana per 108 volte, ognuna delle quali rappresenta una delle 108 tentazioni terrene che l'uomo deve superare per raggiungere il Nirvana.

108 è il numero delle intersezioni delle linee tra i Chakra, che convergono sulla linea del cuore e portano alla realizzazione e alla auto-coscienza.

Piccole     Perle

Giardino Zen



Né un fiore, né un'ombra

Dov'è l'uomo?

Nel trasporto di rocce,

nella traccia del rastrello,

nel lavoro della scrittura.

 

Un piccolo spazio attraverso il quale si può sperimentare la riflessione, la pace interiore, la calma e la serenità dell’animo. 

Cimbali



I cimbali strumenti musicali a percussione,vengono usati prevalentemente in medio ed estremo oriente, il suono è prodotto con la vibrazione del corpo stesso dello strumento senza l'utilizzo di corde o altro.

Sono costituiti da due piccoli piattini metallici ottenuti da leghe o metalli pesanti quali: ottone, bronzo, rame e più raramente argento, con una cupola al centro. Si possono percuotere contemporaneamente assieme oppure un solo cimbalo con un bastoncino o una spazzola metallica. Il suono emesso è acuto e squillante, fortemente influenzato oltre che dal tipo di metallo usato, anche dal diametro degli stessi piattini e dal loro spessore.

In genere i due piattini sono collegati tra loro, mediante una corda e presentano delle decorazioni sulla loro stessa superficie. In Tibet i cimbali più piccoli sono suonati nei riti dedicati alle divinità pacifiche, quelli più grandi, suonati orizzontalmente e accompagnati dal canto, sono invece riservati a rituali che hanno il fine di placare le divinità irate.

Chado



«Seduto lontano dal mondo, all'unisono con i ritmi della natura, liberato dai vincoli del mondo materiale e dalle comodità corporali, purificato e sensibile all'essenza sacra di tutto ciò che lo circonda, colui che prepara e beve il tè in contemplazione si avvicina ad uno stadio di sublime serenità.» L'incontro con l'altro nella Cerimonia del tè amplifica questa dimensione e «Trovare una serenità duratura in noi stessi in compagnia d'altri: questo è il paradosso.»

Ometto (di pietra)
 

La ricerca dell’equilibrio di due o più pietre esige pazienza ed umiltà, estraneazione dallo scorrere del tempo, immersione nella natura, ascolto dei suoni e del silenzio.

È una disciplina mentale che aumenta la sensibilità e la percezione dello scambio di energia tra il soggetto e la pietra. 

Gli Ometti cambiano forma con il passaggio, quando ognuno di noi ne aggiunge un pezzetto. 

In Nepal aggiungere una pietra ad un ometto è un augurio e buon auspicio di poterci tornare..

È un segnale antichissimo, usato per rassicurare il viandante che sta percorrendo una pista e non è fuori strada. 

L’ometto può anche indicare simbolicamente il raggiungimento di un obiettivo e invitare a riflettere. 

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